GIOVANNI MICHELANGELI
Giovanni Michelangeli nacque a Montefiore dell'Aso, in provincia di Ascoli Piceno, il 9 Aprile 1883. Trasferitosi ad Offida nel 1890, seguì gli studi in seminario e fu ordinato sacerdote.
Dal 1912 fu parroco ad Amatrice, ma nel 1920 lasciò l'abito talare ed iniziò una attiva milizia politica.
Aderì al Partito Socialista e, trasferitosi a Savona verso la fine del 1920. assunse la carica di segretario della locale lega contadina e di membro della commissione esecutiva della Camera del Lavoro.
Fu tra i primi che, a Savona, aderirono alla frazione comunista e, successivamente, al Pcd'I.
Partecipò al I Congresso Regionale comunista, svoltosi a Savona il 20 Marzo del 1921 nella sala del ridotto del Teatro Chiabrera con la presidenza di Antonio Gramsci, dove svolse la relazione sull'attività sindacale, affrontando particolarmente il tema dei consigli di fabbrica, criticando la direzione eccessivamente centralizzatrice svolta dalla CgdL che, in quel modo, ne limitava una piena espressione di tipo classista.
Da quel congresso fu designato membro del comitato esecutivo regionale del Partito.
Nel maggio dello stesso anno fu candidato alle elezioni politiche nelle liste del Pcd'I, che videro però, in Liguria, eletto un solo deputato, l'economista Antonio Graziadei.
Nel giugno del 1921 Michelangeli fu eletto segretario della Camera del Lavoro di Savona, sostituendo un altro comunista, Enrico Hoenning.
A Savona, infatti, la mozione presentata dai comunisti al Consiglio delle Leghe aveva ottenuto oltre 17.000 voti, contro i 4.000 della mozione socialista.
Al II Congresso regionale del Pcd'I, svoltosi a Sampierdarena il 22 Gennaio 1922, Michelangeli fu confermato nell'esecutivo regionale e delegato al II congresso nazionale, dove tenne una relazione sul rapporto tra il Sindacato ed il Partito.
Dopo lo sciopero dell'agosto 1922, come altri numerosi dirigenti comunisti savonesi, fu colpito dal bando fascista ed iniziò una avventurosa vita da esule condotta tra il Messico, gli USA (dove lavorò per un certo periodo in una banca di Filadelfia), la Germania (a Berlino nel 1923, fu componente del Comitato Centrale del Soccorso operaio internazionale), nuovamente gli Stati Uniti, che lasciò definitivamente nel 1928 per tornare in Europa, tra il Belgio e, soprattutto la Francia. A Parigi lavorava come parrucchiere (successivamente aprì un negozio a Mondeville presso Caen) e fu raggiunto , in circostanze romanzesche, dalla moglie, la savonese Teresa Canepa e dalla figlia Anna, che vive ancora nella nostra città con il marito, il partigiano “Gelo” Miniati, figlio e nipoti.
La morte colse Giovanni Michelangeli ancor a in esilio, a Parigi, nel 1938 mentre stava lavorando all'arruolamento dei volontari per le Brigate Internazionali nella guerra di Spagna.